Il Friuli di Kipling prima di Caporetto
::. 15/05/2007
Altopiano di Asiago - "Udine di notte è illuminata con poche luci di un blu scuro. E' una bellissima città - con una piazza principale, una Cattedrale e alcuni vecchi palazzi tutti raggruppati insieme e di straordinaria bellezza. L'effetto sotto il chiaro di luna nella grande piazza, punteggiata qua e là da luci blu, andava al di là delle parole.
La città era silenziosa; il chiaro di luna fendeva le facciate degli antichi palazzi e le arcate e le logge parevano abissi di oscurità. Sono quindi andato a casa e a letto in una stanza che in qualche modo mi ricordava praticamente tutte le stanze in cui ero accampato in Oriente".Così scrive alla moglie e alle figlie Rudyard Kipling, l'autore de "Il libro della Giungla" e "Kim".
E' il 10 maggio del 1917, sono le sei del pomeriggio di un giorno di guerra sul fronte italiano.
Lo scrittore inglese che dieci anni prima aveva vinto il premio Nobel si era lasciato convincere dopo lunghe insistenze da Sir James Rendell Rodd, diplomatico inglese che fu ambasciatore a Roma, che aveva notato come l'opinione pubblica inglese stesse seguendo distrattamente la pesante avventura bellica italiana.Kipling venne in Italia il 1. maggio del '17 come inviato di guerra. I suoi reportage - che risentono dello stile patriottico e che trasformano parte del Nordest in visioni dal sapore orientale - dovevano essere pubblicati sui giornali alleati. Lo scrittore, che aveva perso suo figlio, volontario in Francia nel 1915, prima di osservare la guerra in Italia era stato sul fronte centrale.
Le corrispondenze di Kipling vennero pubblicate in Gran Bretagna, Italia e Stati Uniti. Lo stesso anno nel nostro Paese si stampò un volumetto che venne dimenticato fino alla sua riscoperta nel 1988 nella biblioteca di un reggimento alpino in Alto Adige. E ristampato lo scorso anno da Passigli col titolo "Le guerre nelle montagne. Impressioni del fronte italiano". Da Roma a Udine, sull'Isonzo, Gorizia, Casarsa. Poi a Cortina e quindi sull'Altopiano di Asiago . Uno degli articoli è considerato tra i più alti riconoscimenti che siano mai stati fatti a generosità, coraggio e forza al corpo degli Alpini.
Ma quasi inedita invece è la memoria che il labirinto di internet ha restituito: nel sito collezioni-f.it si trova una lettera di Kipling alla moglie e alle figlie nella quale oltre che l'esplorazione del fronte si racconta anche dell'incontro col generale Cadorna, Alberto Pirelli e il re d'Italia.«L'indomani mattina alle 9 e 30 è apparso Pirelli (Alberto, padre di Leopoldo), un ufficiale di cavalleria e milionario essendo figlio del Pirelli che fabbricava gomme d'automobile. Ci ha accompagnati - scrive nella missiva che invia a casa Kipling - insieme al generale Radcliffe in una grande macchina coperta a vedere i luoghi dove la battaglia era più aspra». In questo passaggio c'è tutto della Grande Guerra: il milionario al fronte, lo scrittore sotto le cannonate.
Paesaggio e uomini sono lo spirito di questa lettera, ma anche, con interessanti varianti, dei reportage giornalistici. «L'incessante traffico di auto, trattori e carri amalgamava ed interrava il tutto così che più il traffico era pesante e migliore era la strada - è la descrizione del fronte italiano martellato dalle cannonate - Sembrava di assistere ad un miracolo. Gli italiani sono i re dei costruttori di strade. Fanno le strade in modo da risparmiare i veicoli anziché farli cadere a pezzi e tutto il paese è lastricato di nuove strade».
«Attorno a Udine - continua la descrizione impastata di memorie antiche - la campagna è piatta e coltivata fino all'ultimo centimetro - grano, vigne e dappertutto contorti alberi di gelso capitozzati: questa è una zona molto famosa per la seta. All'orizzonte saettanti di temporali, montagne come le Himalaya... I poderi di qualsiasi grandezza, le case di campagna, i castelli sono tutti trasformati in ospedali - ma i feriti non si vedono e nei villaggi di pietra si vedono masse di truppe al lavoro e di riserva. Sono uomini molto più grandi di quanto non potessi immaginare. La maggior parte indossa due elmetti e hanno un comportamento da legionari romani. Vi sono italiani di tutti i tipi - del Nord, Sud, Italia Centrale e isole. Questo perché le perdite siano condivise da tutti».
Racconta poi l'arrivo alla vecchia frontiera austriaca a Gradisca d'Isonzo ("una grande città di baracche e cimiteri") e si incontra col fiume in secca. «Mezzo metro sotto terra il terreno sembrava essere solido calcare a pezzi, strati o noduli - impossibile scavare - quasi impossibile descriverlo. Mi ricordava il "Karroo" (altopiano desertico nel Sud Africa ndr) solo che i cespugli erano boscaglia e ceppi di pino distrutti dal fuoco. Ogni centinaio di metri c'erano voragini e buche enormi che gli austriaci avevano trasformato in rifugi per interi battaglioni».
Il linguaggio è secco, descrittivo. È in corso una guerra e si deve anche percepire. «Una volta abbiamo sentito qualcosa di grosso passarci sopra la testa - dagli italiani agli austriaci. Proseguendo siamo arrivati a ciò che sembrava una cava desolata di pietra scheggiata proprio sulla cima di un crinale roccioso. Si trattava di San Michele - che è la loro Ypres, la Collina 60 e tutto il resto. Eravamo sul punto 23, Il punto 3 era stato preso e perduto sei volte prima che potessero impossessarsi della collina e, per un motivo o per l'altro, in quella zona ci sono stati dai 50 ai 60 mila morti. I caduti italiani sono stati trasportati già lungo l'Isonzo dove giacciono in cimiteri lunghi chilometri e chilometri».
Il furore narrativo di Kipling si congela, l'uomo delle selve e dei paesaggi lussureggianti ha di fronte una terra spettrale. «Gli austriaci hanno seppellito i loro caduti semplicemente sotto le pietre, catrame e calce. Non c'era bisogno che qualcuno dicesse che era il Golgota».
Cammina per le pareti sgretolate Kipling, descrive nella lettera i buchi delle granate. «Improvvisamente - continua - c'è stata un'esplosione davanti a noi, propri come quando Landon fece il suo esplosivo esperimento a Keylands e le rocce di disintegrarono sibilando.... Non mi piacciono le pietre volanti». Di corsa in auto, la discesa. Poi a pranzo col generale Campello «che comanda Dio sa che cosa su questo fronte e che ha in mente - mi risulta - di sferrare un grande attacco molto presto. È stato un pranzo semplice e sbrigativo - tutto era stranamente molto pulito -molto più pulito secondo me che in Francia. Dopo pranzo siamo ripartiti di nuovo - Pirelli, Landon e io -per andare a vedere Podgora, che è una Gibilterra di fango».
Da una galleria Kipling curiosa verso Gorizia che sta sotto, a meno di un chilometro, che «a prima vista sembrava intatta e certamente poco animata. Mentre eravamo là a guardare, fantasticare e osservare gli austriaci ci fecero cadere una bomba su un convento dietro la città». Gorizia è colpita ogni giorno. E ogni giorno gli italiani la risistemano. Arriva a Cormons e incontra l'ospedale della Croce Rossa gestito da due crocerossine inglesi, le stesse che descriverà Hemingway in "Addio alle armi". La lettera continua con la descrizione dell'incontro di Vittorio Emanuele III e l'incanto di alcuni paesaggi.Arrivando a Cortina per il Falzarego, Kipling ne parla come di una "ex-stazione climatica di villeggiatura la quale, fino a poco tempo fa apparteneva agli austriaci che l'avevano riempita di alberghi 'arte nuova' (l'art nouveau ndr), l'uno più scelleratamente brutto dell'altro...Il nemico non bombarda molto quegli alberghi perché questi appartenevano a eccelsi personaggi austriaci che sperano di ritornare a riprendere il loro commercio illustre». Incontra gli uomini che hanno minato il famoso Castelletto. Passa sull'Altopiano dei Sette Comuni. È il fronte trentino: forse visita la fortezza chiamata la "Granatiera del Cengio". Il viaggio è finito. Marziali e patriottiche le considerazioni finali sul nostro Paese, sulla coscienza della «nuova Italia, creata dai suoi stessi immensi sforzi e dalle sue necessità...alla quale spetta una grande avventura, riservata a questa che è la più vecchia e la più giovane delle nazioni. Con l'economia, col valore, con la temperanza e con un principio saldo e incrollabile si va lontano». Cinque mesi dopo la travolgente avanzata austro-tedesca passerà per Caporetto.
di Adriano Favaro
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Il Friuli di Kipling prima di Caporetto
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